La mostra, itinerante, è stata ospitata a Lucca presso il centro Agorà e successivamente a Massarosa presso la sede comunale.
Riporto di seguito la descrizione ufficiale dell'evento:
La collaborazione delle due associazioni lucchesi "We love PH" (associazione culturale di fotografi) e "A.C.C.A. Lucca onlus" (associazione per la cura del comportamento alimentare) ha permesso la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sui disturbi dell'alimentazione. Il Progetto fotografico, dal titolo ("MEla gioco?" Storie di speranza e guarigione) composto da oltre 50 scatti, è stato prodotto da 11 fotografi che, con la loro sensibilità e capacità di esprimersi attraverso le immagini, sono riusciti ad affrontare un tema delicatissimo come quello relativo ai disturbi dell'alimentazione.
Attraverso una serie di lavori individuali i fotografi sono riusciti a ripercorre le tappe di queste patologie. Gli scatti colgono i complessi aspetti della malattia ed esprimono la possibilità per la persona malata di arrivare alla guarigione, trasmettendo un messaggio di forte speranza. Le immagini infatti ripercorrono le tappe della malattia dalla scoperta del disturbo, passando attraverso le sue varie forme di manifestazione, fino alla sua risoluzione. E'importante ricordare che chi soffre di queste patologie è necessario che sia seguito da personale specializzato nel percorso di guarigione, sebbene problematiche del genere lascino un segno nell' anima".
Riporto a seguire le locandine della mostra ed alcune foto dell'inaugurazione (Lucca, centro Agorà - foto di Alberto Gianfranco Baccelli).
EDIT POST MOSTRA: esposizione sul sito del progetto presentato
DISTURBO COME LUCE INGANNEVOLE SUL MONDO
Descrizione
Il disturbo alimentare è qui interpretato come una luce “ingannevole” che calamita l’attenzione della persona, nascondendo ai suoi occhi la “vera” luce del mondo: la persona, che quindi non riesce a scorgere via di fuga, nemmeno quelle più prossime, è costretta in un circolo vizioso che la isola progressivamente dal mondo, soffocandola nel subdolo cono di luce.
Quando le speranze di rinascita sono ormai ridotte ad un lumicino, con un adeguato aiuto e soprattutto facendo leva su se stessi, è tuttavia possibile trovare il coraggio di “spegnere” il problema e liberarsi dall’oppressione: solo allora si potranno aprire gli occhi su una luce molto più accogliente e capace di restituire una visione di più ampio respiro sul mondo circostante.