Alba in Pania della croce
Partiti da Lucca Giovedì 22 Agosto alle 16:30, siamo giunti alla località Piglionico (1.127 m s.l.m.) alle ore 18, decisi ad arrivare in vetta in tempo per il tramonto.
Chiusa la macchina, e smaltito lo stupore di dover pagare un parchimetro anche in questi luoghi (3 euro a giorno), ci siamo incamminati lungo il sentiero 7 per giungere al Rifugio Enrico Rossi (1.591 m s.l.m.) alle ore 19, completamente fradici di sudore: l’ombra di una immensa faggeta e l’esposizione a Nord non sono stati sufficienti ad alleviare il fortissimo tasso di umidità lungo l’ascesa.
Passati 10 minuti di riposo, e dopo aver scattato qualche foto al rifugio, alle 19:10 abbiamo ripreso il cammino: giunti alla Focetta del Puntone (1.607 m s.l.m.) abbiamo lasciato il sentiero 7 per il 126 e, salendo lungo il Vallone dell’Inferno, siamo giunti al Callare della Pania e quindi alla vetta (1.858 m s.l.m.) alle ore 20:00, appena in tempo per assistere ad un tramonto scarsamente interessante: purtroppo l’umidità dell’aria, durante il tramonto, si è manifestata come un netto banco di foschia che non ha permesso di vedere né il tramonto nel suo splendore né i magnifici colori che questi luoghi sono in grado di regalare (con un po’ di fortuna è possibile seguire il sole fino oltre il golfo di La Spezia).
La parziale delusione è stata in parte compensata dal sollievo nel togliersi lo zaino di 13 Kg, nel bere e nel cambiarsi la maglietta ormai madida.
In cima abbiamo trovato altri escursionisti, poi scesi verso valle, ed un padre con bambino di Levigliani, con i quali abbiamo subito socializzato e parlato dei luoghi e dei paesi visibili dalla vetta.
La temperatura, calato il sole, ha subito iniziato una brusca discesa su valori di 12-14°C delle ore 21, orario della cena a base di miseri panini, e fino a valori di 6-8°C della notte.
Poco dopo le 21 un bella luna piena ha fatto la sua comparsa nel cielo, permettendo di vedere distintamente senza l’ausilio di torce; nonostante il bagliore lunare, il numero di stelle visibili era di gran lunga superiore a quello di solito osservabile dalle zone collinari di Lucca, motivo che mi ha spinto a fare alcune foto notturne, di cui una con startrails.
Per le foto “statiche”, ovvero con stelle puntiformi, i tempi di scatto sono stati di 25 secondi con valori ISO 800 e apertura a f/4.
Per la foto con illuminazione lunare della pania secca, vista la forte luce, è bastato un tempo di 20 secondi.
Per lo strartrails, la foto è la somma di 170 scatti ognuno dei quali lungo 30 secondi a ISO 800.
Terminata questa prima serie di foto ho riposto la macchina nella custodia e mi sono coricato nel sacco a pelo nella speranza di riuscire a dormire un po'; nel frattempo, verso le 23, sono arrivati due altri escursionisti di cui uno, la mattina seguente, ha purtroppo deciso di togliersi la vita compiendo un salto nel vuoto.
La mattina seguente ovviamente, a causa della tragedia, l'atmosfera era irreale e la voglia di scattare pressoché assente: le poche foto fatte sono nate senza pensare e senza nessuna ispirazione (ho semplicemente scattato verso il sole senza nessuna logica): la scelta di scattare, nonostante tutto, può sembrare cinica, ma in qualche modo una voce mi diceva che almeno qualche foto era giusto farla… non so perché, forse per provare a scuotermi di dosso l’angoscia di quanto visto.
Per lasciare un commento, si rimanda al seguente link:
http://photomatteobini.weebly.com/1/post/2013/08/alba-in-pania-della-croce.html
Chiusa la macchina, e smaltito lo stupore di dover pagare un parchimetro anche in questi luoghi (3 euro a giorno), ci siamo incamminati lungo il sentiero 7 per giungere al Rifugio Enrico Rossi (1.591 m s.l.m.) alle ore 19, completamente fradici di sudore: l’ombra di una immensa faggeta e l’esposizione a Nord non sono stati sufficienti ad alleviare il fortissimo tasso di umidità lungo l’ascesa.
Passati 10 minuti di riposo, e dopo aver scattato qualche foto al rifugio, alle 19:10 abbiamo ripreso il cammino: giunti alla Focetta del Puntone (1.607 m s.l.m.) abbiamo lasciato il sentiero 7 per il 126 e, salendo lungo il Vallone dell’Inferno, siamo giunti al Callare della Pania e quindi alla vetta (1.858 m s.l.m.) alle ore 20:00, appena in tempo per assistere ad un tramonto scarsamente interessante: purtroppo l’umidità dell’aria, durante il tramonto, si è manifestata come un netto banco di foschia che non ha permesso di vedere né il tramonto nel suo splendore né i magnifici colori che questi luoghi sono in grado di regalare (con un po’ di fortuna è possibile seguire il sole fino oltre il golfo di La Spezia).
La parziale delusione è stata in parte compensata dal sollievo nel togliersi lo zaino di 13 Kg, nel bere e nel cambiarsi la maglietta ormai madida.
In cima abbiamo trovato altri escursionisti, poi scesi verso valle, ed un padre con bambino di Levigliani, con i quali abbiamo subito socializzato e parlato dei luoghi e dei paesi visibili dalla vetta.
La temperatura, calato il sole, ha subito iniziato una brusca discesa su valori di 12-14°C delle ore 21, orario della cena a base di miseri panini, e fino a valori di 6-8°C della notte.
Poco dopo le 21 un bella luna piena ha fatto la sua comparsa nel cielo, permettendo di vedere distintamente senza l’ausilio di torce; nonostante il bagliore lunare, il numero di stelle visibili era di gran lunga superiore a quello di solito osservabile dalle zone collinari di Lucca, motivo che mi ha spinto a fare alcune foto notturne, di cui una con startrails.
Per le foto “statiche”, ovvero con stelle puntiformi, i tempi di scatto sono stati di 25 secondi con valori ISO 800 e apertura a f/4.
Per la foto con illuminazione lunare della pania secca, vista la forte luce, è bastato un tempo di 20 secondi.
Per lo strartrails, la foto è la somma di 170 scatti ognuno dei quali lungo 30 secondi a ISO 800.
Terminata questa prima serie di foto ho riposto la macchina nella custodia e mi sono coricato nel sacco a pelo nella speranza di riuscire a dormire un po'; nel frattempo, verso le 23, sono arrivati due altri escursionisti di cui uno, la mattina seguente, ha purtroppo deciso di togliersi la vita compiendo un salto nel vuoto.
La mattina seguente ovviamente, a causa della tragedia, l'atmosfera era irreale e la voglia di scattare pressoché assente: le poche foto fatte sono nate senza pensare e senza nessuna ispirazione (ho semplicemente scattato verso il sole senza nessuna logica): la scelta di scattare, nonostante tutto, può sembrare cinica, ma in qualche modo una voce mi diceva che almeno qualche foto era giusto farla… non so perché, forse per provare a scuotermi di dosso l’angoscia di quanto visto.
Per lasciare un commento, si rimanda al seguente link:
http://photomatteobini.weebly.com/1/post/2013/08/alba-in-pania-della-croce.html