Rocca della Verruca
Breve storia
La Rocca della Verruca è posta sulla sommità del Monte Verruca, un rilievo dei Monti Pisani alto 537 m s.l.m. situato tra la conca di Calci e la valle di Vicopisano, nel Comune di Calci.
Si tratta di una struttura in pietra e laterizi costruita intorno al XIII secolo e sviluppatasi a partire da una fortificazione risalente all'anno 780: i lavori di ampliamento si sono svolti in vari momenti della storia della Repubblica Pisana senza una accurata pianificazione, spesso con urgenza e in periodi di guerra.
Le ultime strutture ad esser costruite, in vista dell'ultimo decisivo scontro contro i Fiorentini, furono le quattro torri angolari, due orientali di grossa dimensione e due occidentali più piccole, con feritoie e balestriere.
La rocca è sopravvissuta come struttura militare fino alla definitiva caduta di Pisa nel 1503, per poi essere ristrutturata da Antonio da Sangallo nel 1509 e poi definitivamente dismessa quando venne meno la sua posizione di frontiera e quindi la sua utilità difensiva.
La struttura della rocca aveva un'importanza cruciale per la Repubblica Pisana, perennemente in guerra con Firenze, e rappresentava il nucleo di un sistema di fortificazioni sparse sul territorio circostante, tra cui possiamo elencare i castelli di Caprona, Vicopisano e Buti.
La fruibilità della rocca da parte dei visitatori è oggi resa possibile grazie alla Compagnia di Calci, i cui volontari si impegnano costantemente in opere di pulizia e messa in sicurezza allo scopo di salvaguardare la Verruca dallo stato di abbandono e al fine di rendere visibili ai numerosi visitatori le parti che la vegetazione col tempo aveva coperto.
Ad oggi, i bastioni e le fondamenta, direttamente aggrappate alla roccia sottostante, sono ancora saldi, ma le sovrastrutture sono crollate quasi interamente; restano quasi intatte alcune sale sotterranee e la cappella centrale, che conserva le quattro mura.
Descrizione ed architettura
L'unico ingresso è posto sul lato orientale e vi si accede tramite una breve ma ripida scalinata scavata nella roccia. Una volta varcata la porta, attualmente danneggiata, il paesaggio si apre sulla piazza d'armi al cui centro si ergono i resti di una chiesa. Nel terreno si notano diverse aperture, alcune provviste di scalini e conducenti a stanze sotterranee, altre di forma quadrata poste al centro del soffitto delle stesse camere.
La chiesa a pianta rettangolare conserva le possenti mura di grossi blocchi di pietra verrucana, su cui si aprono due porte, sui lati maggiori, e due finestre strombate, sul fianco destro. Nulla rimane invece del tetto e del pavimento, forse semplicemente ricoperto dal prato.
Alle spalle dei ruderi si innalzano alcuni grossi massi che in passato costituivano il sostegno del mastio, di cui rimane solo un muro e che probabilmente si estendeva fino al muro meridionale.
La maggior parte del piano interno della rocca è oggi ricoperto di terra ed erba, ma conserva ancora la sua caratteristica pendenza verso est. Il muraglione sud è perciò la parte più alta del perimetro e sulla sua faccia interna sono ancora visibili alcune delle mensole di pietra che fungevano da sostegno per i camminamenti interni.
Il torrione di sud-est è fornito di due mine accessibili tramite una scaletta di pietra e dotate di bocche di fuoco utilizzate per sorvegliare la muraglia meridionale e quella orientale con l'ingresso. Anche il bastione di sud-ovest ha una mina, rivolta a ponente, non rialzata e oggi priva della cornice di pietra, rimossa negli anni settanta. Nei pressi di tale bastione è presente un'altra bocca di fuoco per sorvegliare ulteriormente il muraglione sud.
Il bastione di nord-ovest presenta un ampio locale interno, dotato di volte interrate sotto cumuli di detriti. Forse qui si trovava l'ingresso del passaggio segreto che conduceva all'esterno della struttura, una sorta di uscita di servizio o di emergenza. Tale struttura ha probabilmente alimentato la diceria riguardo al fantomatico tunnel sotterraneo che avrebbe messo in comunicazione Pisa con la Verruca.
Al torrione di nord-est, ben conservato, si accede tramite una scala in pietra. Al suo interno troviamo una stanza piuttosto grande con due bocche di fuoco che avevano il compito di sorvegliare le muraglie settentrionale e orientale. Dalla stessa scala parte uno stretto cunicolo che termina con una bocca di fuoco collocata a metà del muraglione est.
Fonti
Quanto riportato sopra è un sunto tratto dalla relativa pagina di Wikipedia
Sensazioni arrivati alla rocca e consigli per i visitatori fotografi
Questo luogo risulta decisamente affascinante sia per la storia che trasuda da ogni pietra e da ogni particolare della struttura sia per il panorama mozzafiato che è possibile osservare.
Non appena si arriva in cima la prima cosa che scatta nel visitatore è la voglia di spaziare la vista a 360°, trovandosi indeciso se guardare verso l'entroterra, in direzione di Pontedera con il suo caratteristico impianto eolico, oppure verso i Monti Pisani, caratterizzati dalle note sassaie e dalle antenne del Monte Serra, o ancora verso la valle di Calci e la sua bellissima Certosa o, infine, verso il mare in direzione di Livorno e delle isole dell'arcipelago toscano,
Presa coscienza del panorama scatta il secondo istinto, quello della perlustrazione, e ha inizio la ricerca di quei dettagli che possano farci immaginare i combattimenti tra pisani e fiorentini.
Da un punti di vista fotografico, quassù è d'obbligo un bell'obiettivo grandangolare per inquadrare le strutture e le rovine e per immortalare vasti panorami, dando all'osservatore l'idea dello sconfinato spazio visivo di cui è possibile godere.
Ritengo fondamentale anche un buon teleobiettivo, per poter focalizzare lo scatto sui vari centri abitati o su determinate porzioni di pianura oppure per dettagliare alcuni particolari o le varie texture derivate dalla modalità costruttiva delle strutture (intrecci del pietrame).
Fondamentale è anche l'uso del polarizzatore per filtrare i raggi solari e saturare lievemente il cielo ed il verde del prato.
Se vi capita di arrivare nel pieno pomeriggio (probabilmente arriverete poco dopo pranzo, come ho fatto io) può essere che il sole giochi a vostro sfavore rendendo molto probabile la "bruciatura" di porzioni di cielo o molto forte il contrasto tra pietre chiare illuminate e zone in ombra: dovrete quindi, in fase di post-produzione, giocare molto con le alte luci e le ombre oppure con appositi algoritmi in grado di sottoesporre il cielo rispetto ai due terzi inferiori della foto.
Per chi volesse lasciare un commento, si riporta il link all'apposita pagina del blog:
http://photomatteobini.weebly.com/1/post/2013/04/rocca-della-verruca.html
La Rocca della Verruca è posta sulla sommità del Monte Verruca, un rilievo dei Monti Pisani alto 537 m s.l.m. situato tra la conca di Calci e la valle di Vicopisano, nel Comune di Calci.
Si tratta di una struttura in pietra e laterizi costruita intorno al XIII secolo e sviluppatasi a partire da una fortificazione risalente all'anno 780: i lavori di ampliamento si sono svolti in vari momenti della storia della Repubblica Pisana senza una accurata pianificazione, spesso con urgenza e in periodi di guerra.
Le ultime strutture ad esser costruite, in vista dell'ultimo decisivo scontro contro i Fiorentini, furono le quattro torri angolari, due orientali di grossa dimensione e due occidentali più piccole, con feritoie e balestriere.
La rocca è sopravvissuta come struttura militare fino alla definitiva caduta di Pisa nel 1503, per poi essere ristrutturata da Antonio da Sangallo nel 1509 e poi definitivamente dismessa quando venne meno la sua posizione di frontiera e quindi la sua utilità difensiva.
La struttura della rocca aveva un'importanza cruciale per la Repubblica Pisana, perennemente in guerra con Firenze, e rappresentava il nucleo di un sistema di fortificazioni sparse sul territorio circostante, tra cui possiamo elencare i castelli di Caprona, Vicopisano e Buti.
La fruibilità della rocca da parte dei visitatori è oggi resa possibile grazie alla Compagnia di Calci, i cui volontari si impegnano costantemente in opere di pulizia e messa in sicurezza allo scopo di salvaguardare la Verruca dallo stato di abbandono e al fine di rendere visibili ai numerosi visitatori le parti che la vegetazione col tempo aveva coperto.
Ad oggi, i bastioni e le fondamenta, direttamente aggrappate alla roccia sottostante, sono ancora saldi, ma le sovrastrutture sono crollate quasi interamente; restano quasi intatte alcune sale sotterranee e la cappella centrale, che conserva le quattro mura.
Descrizione ed architettura
L'unico ingresso è posto sul lato orientale e vi si accede tramite una breve ma ripida scalinata scavata nella roccia. Una volta varcata la porta, attualmente danneggiata, il paesaggio si apre sulla piazza d'armi al cui centro si ergono i resti di una chiesa. Nel terreno si notano diverse aperture, alcune provviste di scalini e conducenti a stanze sotterranee, altre di forma quadrata poste al centro del soffitto delle stesse camere.
La chiesa a pianta rettangolare conserva le possenti mura di grossi blocchi di pietra verrucana, su cui si aprono due porte, sui lati maggiori, e due finestre strombate, sul fianco destro. Nulla rimane invece del tetto e del pavimento, forse semplicemente ricoperto dal prato.
Alle spalle dei ruderi si innalzano alcuni grossi massi che in passato costituivano il sostegno del mastio, di cui rimane solo un muro e che probabilmente si estendeva fino al muro meridionale.
La maggior parte del piano interno della rocca è oggi ricoperto di terra ed erba, ma conserva ancora la sua caratteristica pendenza verso est. Il muraglione sud è perciò la parte più alta del perimetro e sulla sua faccia interna sono ancora visibili alcune delle mensole di pietra che fungevano da sostegno per i camminamenti interni.
Il torrione di sud-est è fornito di due mine accessibili tramite una scaletta di pietra e dotate di bocche di fuoco utilizzate per sorvegliare la muraglia meridionale e quella orientale con l'ingresso. Anche il bastione di sud-ovest ha una mina, rivolta a ponente, non rialzata e oggi priva della cornice di pietra, rimossa negli anni settanta. Nei pressi di tale bastione è presente un'altra bocca di fuoco per sorvegliare ulteriormente il muraglione sud.
Il bastione di nord-ovest presenta un ampio locale interno, dotato di volte interrate sotto cumuli di detriti. Forse qui si trovava l'ingresso del passaggio segreto che conduceva all'esterno della struttura, una sorta di uscita di servizio o di emergenza. Tale struttura ha probabilmente alimentato la diceria riguardo al fantomatico tunnel sotterraneo che avrebbe messo in comunicazione Pisa con la Verruca.
Al torrione di nord-est, ben conservato, si accede tramite una scala in pietra. Al suo interno troviamo una stanza piuttosto grande con due bocche di fuoco che avevano il compito di sorvegliare le muraglie settentrionale e orientale. Dalla stessa scala parte uno stretto cunicolo che termina con una bocca di fuoco collocata a metà del muraglione est.
Fonti
Quanto riportato sopra è un sunto tratto dalla relativa pagina di Wikipedia
Sensazioni arrivati alla rocca e consigli per i visitatori fotografi
Questo luogo risulta decisamente affascinante sia per la storia che trasuda da ogni pietra e da ogni particolare della struttura sia per il panorama mozzafiato che è possibile osservare.
Non appena si arriva in cima la prima cosa che scatta nel visitatore è la voglia di spaziare la vista a 360°, trovandosi indeciso se guardare verso l'entroterra, in direzione di Pontedera con il suo caratteristico impianto eolico, oppure verso i Monti Pisani, caratterizzati dalle note sassaie e dalle antenne del Monte Serra, o ancora verso la valle di Calci e la sua bellissima Certosa o, infine, verso il mare in direzione di Livorno e delle isole dell'arcipelago toscano,
Presa coscienza del panorama scatta il secondo istinto, quello della perlustrazione, e ha inizio la ricerca di quei dettagli che possano farci immaginare i combattimenti tra pisani e fiorentini.
Da un punti di vista fotografico, quassù è d'obbligo un bell'obiettivo grandangolare per inquadrare le strutture e le rovine e per immortalare vasti panorami, dando all'osservatore l'idea dello sconfinato spazio visivo di cui è possibile godere.
Ritengo fondamentale anche un buon teleobiettivo, per poter focalizzare lo scatto sui vari centri abitati o su determinate porzioni di pianura oppure per dettagliare alcuni particolari o le varie texture derivate dalla modalità costruttiva delle strutture (intrecci del pietrame).
Fondamentale è anche l'uso del polarizzatore per filtrare i raggi solari e saturare lievemente il cielo ed il verde del prato.
Se vi capita di arrivare nel pieno pomeriggio (probabilmente arriverete poco dopo pranzo, come ho fatto io) può essere che il sole giochi a vostro sfavore rendendo molto probabile la "bruciatura" di porzioni di cielo o molto forte il contrasto tra pietre chiare illuminate e zone in ombra: dovrete quindi, in fase di post-produzione, giocare molto con le alte luci e le ombre oppure con appositi algoritmi in grado di sottoesporre il cielo rispetto ai due terzi inferiori della foto.
Per chi volesse lasciare un commento, si riporta il link all'apposita pagina del blog:
http://photomatteobini.weebly.com/1/post/2013/04/rocca-della-verruca.html