Mulinaccio di Scandicci
Il mulino è situato nel territorio di San Vincenzo a Torri, nel Comune di Scandicci. e rappresenta una perla di archeologia industriale risalente al diciassettesimo secolo d.c..
L'opera venne realizzata nel 1648 addossandola ad una già esistente diga di sbarramento del Borro dei Lami (risalente al 1634).
A monte esisteva quindi un ampio lago artificiale che garantiva un salto idraulico sufficiente a far funzionare il sistema di macinazione,
Nel 1736 l'attività di macinazione era già cessata ed ebbe così inizio l'abbandono della struttura; il lago retrostante invece sicuramente era presente almeno fino a 1833, anno in cui viene documentato l'annegamento di due fratelli.
Il luogo è stato quasi ignorato da tutte le guide turistiche della zona e anche trovarlo non è facile visto che esternamente è quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre.
La struttura, con pianta semicircolare, è organizzata su tre livelli e presenta delle grandi arcate tonde, parzialmente franate, all'interno delle quali scorrono le acque che alimentavano le macine in pietra alcune ancora sul posto, anche se divelte. La struttura è pericolante ma è ancora possibile camminare sulla sua sommità per giungere sulla sponda opposta.
Oggi l'acqua dopo aver attraversato alcuni locali esce allo scoperto e forma una cascata che si getta in una pozza circolare sottostante.
Qualche decina di metri più a valle sono visibili i ruderi di una seconda struttura, probabilmente un secondo mulino, del quale rimangono alcuni cisternini voltati a botte, delle gore e delle macine.
Fonti
Quanto riportato sopra è un sunto tratto dalla relativa pagina di Wikipedia
Per chi volesse lasciare un commento, si riporta il link all'apposita pagina del blog:
http://photomatteobini.weebly.com/1/post/2014/03/mulinaccio-di-scandicci.html
L'opera venne realizzata nel 1648 addossandola ad una già esistente diga di sbarramento del Borro dei Lami (risalente al 1634).
A monte esisteva quindi un ampio lago artificiale che garantiva un salto idraulico sufficiente a far funzionare il sistema di macinazione,
Nel 1736 l'attività di macinazione era già cessata ed ebbe così inizio l'abbandono della struttura; il lago retrostante invece sicuramente era presente almeno fino a 1833, anno in cui viene documentato l'annegamento di due fratelli.
Il luogo è stato quasi ignorato da tutte le guide turistiche della zona e anche trovarlo non è facile visto che esternamente è quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre.
La struttura, con pianta semicircolare, è organizzata su tre livelli e presenta delle grandi arcate tonde, parzialmente franate, all'interno delle quali scorrono le acque che alimentavano le macine in pietra alcune ancora sul posto, anche se divelte. La struttura è pericolante ma è ancora possibile camminare sulla sua sommità per giungere sulla sponda opposta.
Oggi l'acqua dopo aver attraversato alcuni locali esce allo scoperto e forma una cascata che si getta in una pozza circolare sottostante.
Qualche decina di metri più a valle sono visibili i ruderi di una seconda struttura, probabilmente un secondo mulino, del quale rimangono alcuni cisternini voltati a botte, delle gore e delle macine.
Fonti
Quanto riportato sopra è un sunto tratto dalla relativa pagina di Wikipedia
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