Fabbriche dismesse della pianura lucchese
Girovagando nella periferia NE di Lucca, capita spesso di vedere immense strutture che sembrano essere lì da sempre senza che nessuna attività umana vi abbia mai partecipato.
Altre volte nella skyline si notano picchi sottili che si elevano verso il cielo come torri di immaginari castelli.
Sono queste le evidenze di un’attività industriale ormai estinta, ma le cui ombre continuano, giorno dopo giorno, ad attraversare il territorio segnando il passaggio del tempo.
La struttura più impressionante è senza dubbio l’Ex-Mulino Pardini di S.Pietro a Vico, visibile senza alcuna difficoltà da tutte le colline lucchesi e dalle Alpi Apuane e caratterizzato da una pannellatura simil-lamiera grigia e bianca: già da lontano sembra grande, ma quando ve lo trovate di fronte leva il fiato da tanto che è alto, largo ed esteso.
Un’abitazione di discrete dimensioni che si trova ai suoi piedi sembra minuscola al confronto.
La sua importanza ha fatto si che dovesse essere creato un tronco ferroviario al suo esclusivo servizio, ed il binario morto lo si vede oggi terminare nel buio della struttura oltre un alto muro in cemento armato.
Altra storica struttura è la Cantoni, un grande complesso industriale oggi vincolato dalla sovrintendenza ma in totale stato di abbandono: si trova a S. Marco nella zona “Acquacalda”. Il suo caratteristico intonaco giallo colora tutta l’area ad eccezione dell’altissima ciminiera, bandata di rosso e bianco, anch’essa visibile dall’intera piana di Lucca volgendo lo sguardo verso Ovest. La Cantoni, ancor più della Manifattura tabacchi, ha segnato il passato lavorativo di moltissimi lucchesi e sicuramente molti di noi hanno almeno un parente che vi ha militato.
Come non ricordare la già citata Manifattura tabacchi, l’immenso complesso che copre una vasta area in prossimità di Piazzale Verdi: anche questa presenta un’altissima ciminiera in mattoncini, l’unica del centro storico. Gli interni sono in parte adoperati come magazzino comunale, ma gran parte di essi sono totalmente abbandonati: sbirciando dalle finestre che danno sul parcheggio pubblico ora presente nel cortile centrale, si riescono tuttavia a notare particolari, macchinari, e oggetti che fanno venire alla mente un passato ormai svanito in cui nell’area doveva sentirsi quel tipico odore di tabacco.
Ma questo triangolo industriale compreso tra Lucca, Ponte a Moriano e Capannori è caratterizzato da moltissime altre fabbriche dismesse, e documentarle tutte è sicuramente molto impegnativo se non impossibile: vale la pena ricordare l’oleificio Borella, situato a pochi passi dalle mura nella zona dei Macelli, che con il suo caratteristico aspetto a mattoncini e la sua tozza ciminiera, ormai quasi del tutto avvolta dalla vegetazione, sembra un set cinematografico adatto a scene di guerre in stile Full Metal Jacket.
Altre volte nella skyline si notano picchi sottili che si elevano verso il cielo come torri di immaginari castelli.
Sono queste le evidenze di un’attività industriale ormai estinta, ma le cui ombre continuano, giorno dopo giorno, ad attraversare il territorio segnando il passaggio del tempo.
La struttura più impressionante è senza dubbio l’Ex-Mulino Pardini di S.Pietro a Vico, visibile senza alcuna difficoltà da tutte le colline lucchesi e dalle Alpi Apuane e caratterizzato da una pannellatura simil-lamiera grigia e bianca: già da lontano sembra grande, ma quando ve lo trovate di fronte leva il fiato da tanto che è alto, largo ed esteso.
Un’abitazione di discrete dimensioni che si trova ai suoi piedi sembra minuscola al confronto.
La sua importanza ha fatto si che dovesse essere creato un tronco ferroviario al suo esclusivo servizio, ed il binario morto lo si vede oggi terminare nel buio della struttura oltre un alto muro in cemento armato.
Altra storica struttura è la Cantoni, un grande complesso industriale oggi vincolato dalla sovrintendenza ma in totale stato di abbandono: si trova a S. Marco nella zona “Acquacalda”. Il suo caratteristico intonaco giallo colora tutta l’area ad eccezione dell’altissima ciminiera, bandata di rosso e bianco, anch’essa visibile dall’intera piana di Lucca volgendo lo sguardo verso Ovest. La Cantoni, ancor più della Manifattura tabacchi, ha segnato il passato lavorativo di moltissimi lucchesi e sicuramente molti di noi hanno almeno un parente che vi ha militato.
Come non ricordare la già citata Manifattura tabacchi, l’immenso complesso che copre una vasta area in prossimità di Piazzale Verdi: anche questa presenta un’altissima ciminiera in mattoncini, l’unica del centro storico. Gli interni sono in parte adoperati come magazzino comunale, ma gran parte di essi sono totalmente abbandonati: sbirciando dalle finestre che danno sul parcheggio pubblico ora presente nel cortile centrale, si riescono tuttavia a notare particolari, macchinari, e oggetti che fanno venire alla mente un passato ormai svanito in cui nell’area doveva sentirsi quel tipico odore di tabacco.
Ma questo triangolo industriale compreso tra Lucca, Ponte a Moriano e Capannori è caratterizzato da moltissime altre fabbriche dismesse, e documentarle tutte è sicuramente molto impegnativo se non impossibile: vale la pena ricordare l’oleificio Borella, situato a pochi passi dalle mura nella zona dei Macelli, che con il suo caratteristico aspetto a mattoncini e la sua tozza ciminiera, ormai quasi del tutto avvolta dalla vegetazione, sembra un set cinematografico adatto a scene di guerre in stile Full Metal Jacket.